Le delizie della cucina Tirolese, con Dieter Wurmböck

cucina tirolese

Incontriamo Dieter Wurmböck, per tutti semplicemente Monny, presidente dell’Associazione Turistica di San Candido e titolare dello Sporthotel Tyrol, albergo che negli anni, per la sua posizione centrale, è diventato il quartier generale della direzione artistica del Festival.

Con Monny, grande conoscitore delle usanze e delle tradizioni della Val Pusteria, proviamo ad approfondire storia e caratteristiche della vera cucina tirolese.

ALLORA MONNY, CHE CARATTERISTICHE DEVE AVERE UNA CENA PER DEFINIRSI TIPICAMENTE “TIROLESE”?

Anzitutto, dobbiamo ricordare che la cena tirolese nasce come cena povera. I nostri contadini, infatti, non avevano la possibilità di coltivare molti prodotti (partiamo da 1200 m sopra al livello del mare).

Inoltre, parte del raccolto doveva essere elaborata per fare dispensa nei periodi più freddi. L’abbinamento di questi prodotti (crauti, pane secco, speck, carni essiccate) con latte, uova e farina (sempre presenti) ha dato origine ai nostri piatti più tipici.

LA CUCINA TIROLESE PREVEDE UN NUMERO PRECISO DI PORTATE?

Il numero di portate, nel passato, dipendeva da quanto il proprietario di un “maso” (abitazione del contadino della quale fanno parte campi e boschi) fosse benestante; tuttavia, possiamo dire che in generale una cena o un pranzo prevedevano una sola portata.

Dobbiamo considerare che una volta il pasto era quasi sempre composto da una semplice minestra e da un dolce; mangiar carne era considerato un lusso consentito solo nei giorni di festa!

Insomma, era una cucina povera ma che comunque non mancava di originalità.

PUOI DESCRIVERCI QUAL È, OGGI, IL CLASSICO MENÙ TIROLESE?

Rispetto al passato, la tradizione dei contadini è cambiata e, di conseguenza, anche la cucina tirolese si è evoluta. Oggi un menù caratteristico è composto da almeno tre portate: una zuppa per iniziare, un piatto di carne come seconda portata e un dolce per finire.

UN ESEMPIO DI MENÙ CON TRE PORTATE?

Se dovessi presentare un menù secondo la tradizione, inizierei con la classica “zuppa di farina”, poi proseguirei con un arrosto di castrato e infine concluderei con una porzione di “Buchteln”, le tipiche focaccine dolci ripiene di marmellata.

Attenzione perché questi ingredienti, per quanto semplici, hanno bisogno di cotture e proporzioni dosate con sapienza!

TUTTI PIATTI CERTAMENTE PARTICOLARI…UN’ULTIMA DOMANDA: RIGUARDO ALLE BEVANDE, MEGLIO VINO O BIRRA PER ACCOMPAGNARE LA CUCINA TIROLESE?

Senza nessun dubbio, con questi piatti consiglio il vino (Altoatesino naturalmente! Legrein, Pinot Nero…). Accompagnare questo tipo di cena con la birra è soprattutto una tradizione nordica, usuale per esempio in Austria e Germania.

 

GRAZIE DELLA CHIACCHIERATA MONNY, E ARRIVEDERCI IN VAL PUSTERIA!

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