Jimmy Howe: “Amo la buona musica e le persone fantastiche”

Jimmy Howe

L’incontro di oggi è con Jimmy Howe, grande appassionato di musica corale e attualmente direttore di coro presso la High School di Boulder, in Colorado (USA). Jimmy ha compiuto i suoi studi musicali presso la Concordia University in California e successivamente si è perfezionato presso la University of Colorado di Boulder.
È anche direttore della Rocky Mountain Chorale, con cui avrebbe dovuto partecipare al nostro Festival nell’edizione 2020; tutti sappiamo però com’è andata a finire.

BUONGIORNO JIMMY, PUOI RACCONTARCI IN CHE MODO TI SEI AVVICINATO ALLA MUSICA?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Mio padre insegnava musica e mia madre, la sera, da bambino, cantava per farmi addormentare. All’età di sette anni ho iniziato a strimpellare il vecchio piano Steinway ereditato dalla bisnonna e da allora non ho mai smesso: ancora adesso, nel tempo libero, suono Bach e Beethoven.

QUANDO È NATA LA TUA PASSIONE PER LA MUSICA CORALE?

La mia passione nasce al liceo, quando mi convinsero ad unirmi all’allestimento del musical “Kiss Me Kate” con le musiche di Cole Porter. Feci le audizioni quasi per gioco e quando lo raccontai ai miei genitori mi dissero: “Non sapevamo che sapessi cantare!”. Risposi: “Nemmeno io!”. Ho sempre apprezzato l’aspetto umano del coro; soprattutto, sono sempre stato attratto dall’energia che un gruppo di persone può emettere quando decide di lavorare insieme; inoltre amo la buona musica e le persone fantastiche, e devo dire che negli anni l’attività corale mi ha offerto entrambe le cose in abbondanza!

PARLACI UN PO’ DEI TUOI GUSTI MUSICALI; I TUOI AUTORI PREFERITI?

Al di fuori del mio ambito professionale non ho limitazioni di nessun genere, ascolto qualsiasi tipo di musica. Se parliamo di musica classica, il mio compositore preferito è Beethoven, che considero unico nella sua umanità e nei suoi sviluppi tematici. Amo anche il pop e in questo periodo apprezzo molto la vocalità dell’artista Mika. Tra i compositori viventi, il mio preferito è sicuramente lo statunitense Jake Runestad: vi consiglio di ascoltare alcuni tra i suoi brani per coro, ne sarete affascinati!

UN EXTRATERRESTRE ARRIVA SULLA TERRA: NON CONOSCE LA NOSTRA MUSICA E TI CHIEDE DI ASCOLTARE TRE PEZZI. QUALI SCEGLI?

Ecco le mie scelte: la nona sinfonia di Beethoven, Jubilate Deo” di Dan Forrest, l’oratorio Elijah” di Mendelsshon e Lux Aeterna” di Moren Lauridsen: lo so, sono quattro ma di questi non potevo tralasciarne nemmeno uno!

RITORNIAMO ALLA MUSICA CORALE: COSA NE PENSI DELL’USO DI INTERNET PER LE PROVE E I CONCERTI ONLINE?

Internet è stato uno strumento straordinario per tenerci uniti nei momenti più duri della pandemia.
Detto questo, niente potrà mai sostituire la palpabile umanità che tutti noi sperimentiamo quando cantiamo, insieme e vicini, in un coro. Mi viene da pensare al concetto sudafricano di “Ubuntu”, per il quale lo scopo di un individuo ha senso solo nel contesto della comunità: “Io sono perché noi siamo”.

E, PER FINIRE: QUALE SARÀ, SECONDO TE, IL FUTURO DELLA MUSICA CORALE?

In questo momento penso che il rischio maggiore sia quello che si crei un’epidemia di solitudine; la gente ha bisogno più che mai di riprendere a socializzare! Le piattaforme e i social non possono sostituire le emozioni che proviamo quando siamo in contatto fisico con altre persone. Come disse una volta l’autrice Brené Brown: “Il mio cervello sa che ci stiamo connettendo, ma il mio cuore no”.
La musica corale può certamente soddisfare questa esigenza di rincontrarsi, e proprio per questo mi aspetto, nei prossimi mesi, un nuovo Rinascimento della coralità!

Ce lo auguriamo tutti, naturalmente.

Grazie Jimmy, e speriamo di rivederci presto in Val Pusteria!

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