Il mondo del Loden: una calda scoperta!

Mentre cade la neve in Val Pusteria, ci sembra un buon momento per parlare del Loden, un pregiato materiale utilizzato in origine dai contadini che andavano in montagna per proteggersi dall’inverno.
Nasce quindi come un tessuto “povero” e originato da una necessità, ma a nobilitare il materiale arrivò l’imperatore Francesco Giuseppe introducendolo nella Corte Imperiale di Vienna.
All’ingresso della Val Pusteria esiste addirittura un Museo, chiamato “il mondo del Loden”, che permette ai visitatori di conoscere le tecniche della produzione tessile di questo speciale materiale derivato dalla lana di pecora. Raccoglie utensili storici che danno un’idea della lavorazione di quei tempi, dalla filatura fatta dalle donne ai viaggi dei venditori ambulanti fino alla follatura che ha reso il Loden così famoso.
Sì perché non è semplice lana, ma lana lavorata in modo unico: bagnata, riscaldata, insaponata e battuta, fino a infeltrire le fibre che si compattano tra di loro tanto da dimezzare il loro volume, e dando vita a panni robusti, caldi, traspiranti e impermeabili.
Il trattamento della lana permetteva alle famiglie contadine di ottenere abiti e capi da lavoro pratici e sicuri, anche se non molto “belli” a livello estetico. I colori erano neutri, spesso grigi o di lana non tinta, e si puntava molto di più alla loro utilità che al senso estetico. Finché non arrivò Francesco Giuseppe I d’Austria, che durante le sue frequenti battute di caccia, indossava un Loden per tenersi al caldo, esattamente come facevano i cacciatori della regione tra Salisburgo, Alta Austria e Stiria, incentivati dal fatto che il Loden è uno dei tessuti più silenziosi che ci siano.
Il Loden dell’imperatore era stato confezionato dal Lanificio Moessmer di Brunico. Improvvisamente quindi tutti i nobili e i borghesi si interessarono ai capi indossati nella tradizione popolare e confezionati spesso di materiali umili. Nel corso di questo cambiamento, il Loden si impreziosì di nuovi colori, aggiunte di peli diversi come quello del cammello, il cachemire, la seta e l’alpaca. Proprio del lanificio Moessmer è l’invenzione del primo Loden ignifugo, che viene utilizzato ad esempio per mobili all’interno dei locali pubblici.
Dentro al Museo del Loden, è possibile scoprire anche altre particolarità della lavorazione, come la cardatura effettuata appunto con il fiore del cardo. Assolutamente una tappa da non mancare per i più curiosi!